MESSA IN SICUREZZA DEI TERRITORI URBANIZZATI INTERESSATI DA DISSESTI
GEOLOGICI E IDRO-GEOLOGICI
Al Commissario Prefettizio Tronca Roma 30/3/2016
Le rappresentiamo:
– che nonostante appaia sempre più grave il progressivo innalzamento dei livelli di rischio derivante dal degrado del sottosuolo in tutta la città, rimane del tutto inadeguato, se non irresponsabilmente assente, l’impegno dell’Amministrazione rispetto all’obbligo, previsto dal PRG, di acquisire e aggiornare in modo sistematico la conoscenza delle reti di cavità sotterranee, con la conseguenza di non poterne monitorare le criticità, eludendo di fatto le stesse norme di prevenzione e precauzione;
– che la gravità della situazione ha raggiunto livelli insostenibili nell’area Est/Sud-Est di Roma, con una concentrazione nel territorio dell’attuale V Municipio, dove i diffusi sistemi
sotterranei di antiche cave stanno rapidamente cedendo anche e soprattutto nei quartieri di più storica edificazione, dove domina l’abbandono di ogni tutela edilizia, pure prevista nei piani urbanistici destinati alla loro conservazione, e di qualsiasi tipo di controllo sulle reti di servizio dalla cui mancata manutenzione deriva la principale causa di dissesto del delicato equilibrio geologico;
– che gli appelli e le azioni democratiche e partecipative delle quali i cittadini si sono fatti
carico da anni, anche con circostanziati supporti scientifici, non hanno ottenuto riscontri concreti – neanche dopo i cedimenti sotterranei improvvisi che hanno provocato il crollo di due abitazioni nel 2014 al Quadraro Vecchio – né dall’Amministrazione né dai Dipartimenti e dagli Uffici Extradipartimentali ai quali sono affidati compiti inderogabili peraltro ribaditi nei principi fondanti del Tavolo Interdipartimentale dei Geologi di Roma Capitale, così espressi:
“ Il Tavolo interdipartimentale nasce dalla sinergia tra i geologi in servizio presso i dipartimenti Tutela Ambientale – Protezione Civile, Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana, Programmazione e Attuazione Urbanistica e la sovrintendenza Archeologica, e avrà sia il compito di supportare gli organi dell’Amministrazione Capitolina nell’affrontare i principali problemi e rischi di natura geologica esistenti sul territorio romano (come frane, sprofondamenti, subsidenze, etc.), sia quello di curare e predisporre specifici progetti su tematiche geologiche per la pianificazione generale e per la gestione dei rischi. L’istituzione del Tavolo dei Geologi, permetterà di ottimizzare al massimo le azioni sul campo, i sopralluoghi e lo scambio dati tra gli uffici, garantendo una
gestione più razionale e più efficiente delle attività”.
Abbiamo ragione di ritenere:
– che l’assenza della Determinazione Dirigenziale necessaria a rendere operativo il Tavolo Interdipartimentale e la corrispondente inadempienza, comunque ingiustificata, dei singoli Dipartimenti rispetto alle loro attività istituzionali, rientrino nella strategia di svuotamento e rimozione delle strutture professionali interne preposte al controllo ed alla salvaguardia pubblica del territorio;
– che i gruppi di potere politico-immobiliare vogliano così garantirsi che nessun ostacolo, sia pur minimo come quello rappresentato da strutture operative ormai in gran parte asservite, possa rallentare lo smantellamento progressivo degli strumenti democratici di pianificazione cui mirano per agire a mani libere nella ri-cementificazione senza regole e senza fine, e che lo stato d’abbandono nel quale è ridotta la città da conservare, recuperare e mantenere sia parte dello stesso inaccettabile disegno strategico di stravolgerne gli strumenti di tutela, con conseguenze drammatiche sia a livello sociale e culturale che fisico, incluso quello geologico che rischia di essere irreversibile se non affrontato con l’urgenza e lo spirito di responsabilità che richiede.
Chiediamo pertanto:
che il Tavolo Interdipartimentale dei Geologi di Roma Capitale, mai reso operativo dall’aprile 2014, data nella quale ne era stata annunciata, con una Memoria di Giunta, l’avvenuta istituzione, sia messo nella condizione di operare e di intervenire da subito con l’attivazione di un organico piano di esplorazione, rilevamento, mappatura, monitoraggio e messa in sicurezza del sottosuolo nelle aree che stanno evidenziando un’altissima criticità, a partire dal Quadraro Vecchio, al fine di scongiurare ulteriori gravi eventi lesivi dell’incolumità dei cittadini, con le conseguenti responsabilità anche di rilevanza penale per l’Amministrazione stessa, a fronte di un impegno oggi sostenibile e di breve durata se affrontato con le modalità ed i mezzi dovuti e con regole certe e trasparenti.